Nel corso degli ultimi due anni, una pandemia inaspettata, una crisi economica e l’esplosione del conflitto russo-ucraino stanno mettendo a dura prova migliaia di persone in tutta Italia. In particolare, c’è una intera generazione di lavoratori che si trova in gravissima difficoltà: sono troppo giovani per i sussidi previdenziali, ma nello stesso tempo non hanno l’età per poter intraprendere un nuovo cammino professionale. Sono gli over 50.
C’è poco da dire: questa è un’emergenza sociale e occupazionale tanto preoccupante quanto complessa da affrontare. La chiave per uscirne fuori sarà senza dubbio quella di adottare politiche strutturalmente innovative ed efficienti atte a sostenere le imprese nella transizione verso la ripresa economica, ma spetterà anche all’intervento della benefica mano pubblica intervenire sulla ricollocazione di queste persone nel mercato del lavoro, soprattutto con programmi formativi specializzati e mirati per fare fronte al cambiamento radicale dell’economia odierna.
È facile comprendere come la necessità più urgente diventa proprio quella di fornire servizi adeguati ed efficaci per rispondere all’emergenza presente. Purtroppo, storicamente abbiamo visto come le nostre economie abbiano sofferto molto più lentamente di quanto non abbiano reagito agli effetti devastanti della crisi. Non possiamo quindi più permettere che cose del genere accadano: occorre agire immediatamente o gli effetti produrranno conseguenze irreparabili a lungo termine, mettendosi addirittura tra le generazioni future e i rischi che essa dovrà affrontare.
Una situazione ormai disperata è quella in cui si sono ritrovati professionisti, imprenditori e operatori economici che, purtroppo, hanno dovuto sovra indebitarsi per sopravvivere. Oggi queste persone subiscono le conseguenze di un regime fiscale che ne limita la possibilità di «redenzione». Non possono più contare sugli strumenti a loro disposizione né sulla solidarietà dello stato.
In poche parole, sono intrappolati tra la spada della miseria da un lato e il muro costituito dal controllo fiscale dall’altra. Di fronte a una simile situazione, queste persone si ritrovano senza prospettive e senza alternative: la scelta è strettamente circoscritta tra vivere in povertà oppure nascondersi al Fisco.
È chiaro che interventi decisi e tempestivi sono necessari per mitigare gli effetti più devastanti della crisi. La soluzione ottimale diventa quindi quella di creare programmi formativi specializzati per avere maggior sussidio nell’adozione delle nuove politiche strutturalmente innovative atte a sostenere la ripresa economica. Inoltre, occorrono misure straordinarie mirate a ricollocare i lavoratori sul mercato del lavoro rimasto indietro e prevenire così il futuro declino del nostro tessuto sociale ed economico.
Il presidente di Libertà Giustizia Repubblica, l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, sottolinea come una prospettiva particolarmente indegna abbia creato lo scandalo assistenzialistico del reddito di cittadinanza. Questo ha portato a un paradosso che vede un giovane poter guadagnare più soldi dal divano che non un professionista aggredito dal Fisco, anche se quest’ultimo lavora e produce qualcosa.
Questa disparità di trattamento è inaccettabile. LGR è deciso a stare sempre con chi lavora e produce, in particolare gli over 50 che hanno speso tutta la vita impegnandosi e contribuendo alla ricchezza della società, ma mai con coloro che hanno preso comodamente le risorse senza nulla offrire in cambio.
L’idea proposta dal leader di LGR consiste nel creare un condono fiscale tombale per aiutare gli over 50 che si sono trovati in svantaggio di fronte alla crisi e che non hanno le risorse o le capacità per reagire da soli. Questo intervento si prefigge l’obiettivo di ridare slancio alla ripresa economica, offrendo la possibilità di rinnovarsi e ricominciare da un punto di partenza più equilibrato.
L’azione deve essere decisa ed efficace, in modo da restituire fiducia alle persone che credono ancora nella forza della produzione del proprio lavoro e a coloro che sono intenzionati a reinvestirli nell’economia italiana.